Museo

Il percorso museale

Il Museo Manzoniano è stato ripensato con un taglio scientifico nuovo, secondo i più aggiornati orientamenti museologici e museografici, grazie al contributo del Consiglio Direttivo e del Comitato Consultivo di Casa Manzoni e sotto la supervisione del professor Fernando Mazzocca.

Il percorso museale, allestito da Michele De Lucchi, propone una visita di Casa Manzoni in dieci sezioni, che ripercorrono, attraverso gli arredi e le opere d'arte esposte nelle sale, diversi itinerari nella vita e nell'opera dello scrittore.

Dalla famiglia ai ritratti, dai paesaggi del romanzo alla sua passione per la botanica, dagli amici agli scrittori che lo presero a modello, dalla camera da letto - restata quale la lasciò - allo studio in cui nacquero i Promessi Sposi.

Foto dei quadri della famiglia

Sala 1

La famiglia

Opera raffigurante la famiglia di Manzoni

Alessandro Manzoni, figlio legale di Pietro e di Giulia Beccaria, crebbe «senza famiglia»: eppure il destino - lui avrebbe detto «la Provvidenza» che a volte trae il bene dal guazzabuglio delle vicende umane - lo aveva voluto discendente delle due più illustri famiglie milanesi, di Cesare Beccaria e dei Verri, che avevano dettato all’Europa una nuova civiltà giuridica e culturale.



La lunga dimenticanza di Giulia, che affidava nel 1791 Alessandro ai collegi, si redime a Parigi nel 1805, quando conosce e si fa riconoscere da un figlio di eccezione: a lui, nel ricordo «virtuoso» di Carlo Imbonati, certo rivelava che il vero suo padre era Giovanni Verri, il fratello «mondano» di Pietro e di Alessandro. Il desiderio di recuperare nei figli una fanciullezza non vissuta (il ricordo di un breve incontro a sei anni con il grande nonno rimarrà una sequenza della sua memoria visiva), si realizza nel matrimonio (8 febbraio 1808), di Alessandro Manzoni, ventitreenne, con Enrichetta Blondel, non ancora diciassettenne, figlia di un industriale ginevrino, con filanda a Casirate d’Adda.

Foto della Sala 1

Dopo Giulia - si rinnovava il nome della nonna che accanto al figlio ricostruiva una famiglia finalmente stabile - nata a Parigi il 23 dicembre 1808, vennero Pietro, Cristina (prima nascita in via Morone), Sofia, Enrico, Clara, Vittoria: il pastello di Ernesta Bisi raccoglie in una composizione di ritratti l’immagine di una famiglia felice - Clara, morta a due anni, ha l’aureola - negli anni dell’officina dei primi Promessi sposi. Si aggiungono Filippo e, ultima, Matilde (13 luglio 1830). La morte, il 25 dicembre 1833, di Enrichetta, la «unicamente amata» (è lecito riferire a lei il predicato che misura l’amore non imitabile di Cristo per la Madre nell’estremo inno Il Natale del 1833), apre una serie di lutti: seguono la madre tre figlie, a soli ventisei anni, Giulia (madre di Alessandrina), Cristina (madre di Enrichetta) e Matilde; la segue a ventotto Sofia (madre di Antonio, Alessandro, Giulio, Margherita).
Solo Vittoria, sposata a Giovan Battista Giorgini, ed Enrico sopravvivono al padre. Enrico, avventuroso industriale serico, aveva a lui causato molte amarezze (altre le aveva aggiunte lo scapestrato Filippo), e determinerà, per la tutela dei propri figli minorenni, la vendita nel 1874 in asta giudiziaria della Casa della famiglia Manzoni.