Manzoni

La famiglia Manzoni

Ritratto di Alessandro Manzoni

Cesare Beccaria (1738-1794)

Il nonno di Manzoni fu, con i fratelli Verri, tra i più vivaci esponenti dell’Illuminismo lombardo; fu collaboratore del «Caffè» e autore, nel 1764, dell’opera che lo rese celebre, Dei delitti e delle pene. Il testo fu stampato anonimo a Livorno per timore di ritorsioni. L’opera, che dimostra la barbarie della tortura e della pena di morte, fu in effetti messa all’Indice nel 1766, ma ciononostante riscosse un grande successo tra gli intellettuali di tutta Europa.

Dalla moglie Teresa de Blasco Cesare ebbe due figlie, Giulia e Marietta. Con la primogenita i rapporti non furono mai distesi, e anzi si incrinarono irrimediabilmente dopo la morte della madre e della sorella. Giulia infatti intentò una causa contro il padre per ottenere il possesso della quota di successione della madre; nel suo memoriale lo accusò di averla costretta, concedendole una dote non adeguata, a sposare un uomo che le ispirava «turbamento e ripugnanza». Nel novembre del 1794 Cesare morì per un improvviso colpo apoplettico e Giulia trovò un accordo con la sua seconda moglie, Anna Barbò.

Manzoni vide il nonno una sola volta, prima di partire per il collegio: lo ricorderà mentre, a fatica, si alzava per porgergli una scatola di cioccolatini.

I testi delle sezioni La vita, Le opere, La famiglia Manzoni sono stati redatti da Jone Riva, con la collaborazione di Sabina Ghirardi.