«Questa poi è per me una fortunata occasione di farle le mie scuse del non averLa ancora ringraziata della sua prima gentilissima lettera, e de' saporitissimi versi che favorì di mandarmi. Ne furon cagione in parte varie occupazioni, e in parte una speciale pigrizia nello scriver lettere, che è diventata in me abituale, e mi fa mancare non di rado a doveri positivi, e qualche volta a doveri carissimi, come in questo caso. Spero che m'avrà perdonata questa colpa, e che soprattutto non l'avrà attribuita a dimenticanza. I brevi momenti che ho avuto la fortuna di passar con Lei mi sono stati troppo cari perché m'escano mai dalla mente».
A Stefano Paolo Rambaldi, Firenze.
Anno
1843
Date
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