<p>Manzoni, da Lesa, alla figlia Vittoria, a Massarosa: "Mia cara Vittoria, / Ricevetti ier l'altro la tua carissima del 17, e desideravo ardentemente di poter rispondere ieri … ma una corrispondenza più tenera, più intima, più vicina al core, t'ha rubato il corriere. Altro che Vittoria! si trattava di scrivere all'<em>I. e R. Commissione della tassa di guerra</em>, per veder di farle intendere che, dopo un incendio che mi costerà più di 60.000 lire, e dopo tante imposizioni straordinarie ... non vorrei e non potrei pagare le L. 20.000 austriache, che s'è degnata d'addossarmi. ... Ora, varrà il ricorso? ... o m'avranno già messo il sequestro? Dio lo sa. Per me, t'assicuro che, se non avessi il caro e pungente pensiero de' figli, vecchio oramai, e avvezzatomi in questi mesi a viver ristrettamente, la povertà non mi spaventerebbe punto, anzi, quando non fosse tale da mettermi a carico d'altro, ci avrei un po' di compiacenza. ma questa è forse superbia; sicché rimettiamoci alla Provvidenza, la quale vede e vuole ciò che è, e ci vuol bene".</p>